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19/11/15

Quince compote - Compote di mele cotogne - Kompot od dunja



The air is full of misty rain. It's cold and wet, but there are still nice colours all around that are feeding my imagination. But in these days I feel I need to stop myself, I need to be lazy to recover from the chaos in my head....then all will start again, slowly and decisive. In simple terms: I need a break from the routine. It happen sometime, it's natural. I feel I need to rediscover things I've left behind for some reason. It's time to do it...I need space for new inspirations.



03/03/15

Quince candies - Caramelle di mela cotogna – Bomboni od dunja

This recipe is part of the contest Kuvarigrice, our host for October 2015 is Kristina

Almost one month passed from the first (and hopefully the last!) this year snowfall. And it arrived silent, there is always the same perception of stillness and calm when it comes to snow. The snow continued to fall all night long and it was impetuous and so powerful and the signs of ruin appeared in the morning under the thick white cover. Tree branches were too weak to bear heavy weight of wet snow and collapsed, whole trees collapsed. A sad view of disaster remained all around for days. And then the snow started to disappear and the sound of the chainsaw arrived. We will miss our beautiful weeping willow and the pine in our garden. Just two miserable logs and many twigs and pine needles still lie on the moss-covered soil. I’ve picked up from the ground some pine branches and pine cones and took some pictures with the last quince candies that I forgot to have in a jar from last November. The combination of two fragrances is pleasant: smell of resin and light cinnamon perfume of dried quince go together surprisingly well. Today  I offer you the beauty from the waste.


07/11/14

Quince jelly - Gelatina di mela cotogna - Želatina od dunja

This recipe is part of the contest Kuvarigrice, our host for October 2015 is Kristina

Nella lingua croata la mela cotogna si dice dunja, ma Dunja è anche un nome femminile, è un bel nome Dunja. Sono state scritte tante storie e canzoni sul frutto giallo e misterioso dal cuore duro. Il suo profumo ci rimanda indietro nei tempi quando la mela cotogna veniva usata per profumare le stanze da letto e i cassetti della biancheria e ci osservava dall’alto degli armadi. Tempo fa ho letto il libro di Paolo Rumiz “La cotogna di Istanbul”, la ballata narrata in versi che ci fa viaggiare nel tempo, tra una guerra e l’altra nelle terre tormentate dei Balcani del sud e racconta il sottile collegamento tra diversi popoli che si sono intrecciati nei luoghi del vecchio impero Austroungarico. E’ un libro che, con i suoi versi, esprime le emozioni del “saudade” Balcanico che l’autore ben conosce. Mi sembra che la mela cotogna rinchiude in se un poco di questa malinconia così tipica del popolo Slavo. Il frutto piano piano rilascia questa sensazione di tristezza intorno a se e la sua fragranza rimane nell’aria col passare del tempo.
Perché torniamo sempre in dietro nel tempo e più si va avanti più si fanno i salti nel passato? Anche in cucina! Ci ritornano in mente i vecchi odori, i sapori quasi dimenticati, i ricordi delle tradizioni e delle cose che non si fanno più sovente. Mi ricordo che quando ero bambina le confetture e le conserve si facevano sempre in casa. Le facevano le nonne, poi le mamme ed infine le figlie! I vasetti si riutilizzavano di anno in anno, ma i coperchi? Spesso veniva usata la carta cellofan stretta coll’elastico intorno al vasetto per fare il sottovuoto. Conservo il ricordo della dispensa nella casa della nonna materna piena di vasetti riposti in modo ordinato sulle scansie accostate al muro. Oggi è impensabile conservare qualsiasi cosa in questo modo, poco sterile, poco sicuro, ma all’epoca le conserve duravano lo stesso a lungo, erano buone e ci regalavano la frutta e la verdura durante i mesi invernali.
Prima che appassiscano le cotogne nel cesto della mia cucina, ho voluto provare a fare la gelatina. Il frutto e i semi della mela cotogna abbondano di pectina e il prodotto finito è totalmente al naturale, basta zuccherare il liquido a piacimento e farlo bollire lentamente fino a raggiungere la voluta densità della gelatina.