Una ricetta regalata su un foglio di carta recuperata! Gli ingredienti sono semplici e autunnali e creano un’interessante combinazione di sapori. Un tocco di spezie arricchisce questa ricetta e mi domando: piacerà il mio dolce nuovo? Siamo a fine novembre e prima di cominciare a pensare alle ricette tradizionali Natalizie ripropongo un’altra delizia di castagne! Questo frutto mi accompagna da sempre, sono cresciuta nel paese circondato dai castagneti e anche qui vicino alla mia nuova città trovo castagneti che mentre cammino in mezzo agli alberi possenti e generosi mi fanno sentire un po’ più vicina a casa. Manca soltanto il mare!
23/11/14
Apples fried in sweet batter – Mele in camicia
Questa la chiamo la ricetta “a occhio”! Perché io non ho la ricetta vera per le mele in camicia. Sono semplicemente mele tagliate a rondelle spesse 1 cm, immerse nella pastella molto densa e fritte nell’olio.
Le ricette “a occhio” le ho ereditate da mia mamma, non c’è bisogno di segnarle perché si fanno talmente spesso che è la mano a condurre l’opera. E non si dimenticano mai, nemmeno se non si ha tempo per ripeterle spesso.
PS: Dopo la frittura i fornelli non sono da vedere! Gli schizzi microscopici dell’olio provocati dalla fuoriuscita del succo delle mele a contatto con l’olio bollente arrivano ovunque, ma il fornello sporco si dimentica dopo il primo boccone di questa delizia! La spolverata di cannella mista allo zucchero vanigliato (preparato rigorosamente in casa!) sulle mele fritte e ancora calde crea una nuvola di profumi divini. E’ veramente impossibile non mangiarle ancora calde.
Le ricette “a occhio” le ho ereditate da mia mamma, non c’è bisogno di segnarle perché si fanno talmente spesso che è la mano a condurre l’opera. E non si dimenticano mai, nemmeno se non si ha tempo per ripeterle spesso.
PS: Dopo la frittura i fornelli non sono da vedere! Gli schizzi microscopici dell’olio provocati dalla fuoriuscita del succo delle mele a contatto con l’olio bollente arrivano ovunque, ma il fornello sporco si dimentica dopo il primo boccone di questa delizia! La spolverata di cannella mista allo zucchero vanigliato (preparato rigorosamente in casa!) sulle mele fritte e ancora calde crea una nuvola di profumi divini. E’ veramente impossibile non mangiarle ancora calde.
17/11/14
Chestnut gnocchi – Gnocchi di castagne
La stagione delle castagne è finita da tempo, ma il raccolto quest’anno è stato generoso e ho conservato diverse confezioni di castagne già bollite e pulite nel congelatore. Ho conservato anche le castagne intere per poterle gustare cotte al forno nelle fredde giornate invernali. E pensare che da bambina non andavo matta per le caldarroste, ma ora mi piace anche farle da me e affumicare tutta la cucina e sporcare i fornelli con la cenere nera che inevitabilmente fuoriesce dai buchi della padella. E mi piace anche bruciarmi le dita nell’ aprire la buccia abbrustolita delle castagne.
Qualche giorno fa ho preparato gli gnocchi di castagne. Li ho fatti con le castagne fresche bollite perché preferisco il loro sapore a quello della farina di castagne. Farli è incredibilmente semplice e veloce e per me è un vero divertimento mettere le mani in questo morbido impasto.
Qualche giorno fa ho preparato gli gnocchi di castagne. Li ho fatti con le castagne fresche bollite perché preferisco il loro sapore a quello della farina di castagne. Farli è incredibilmente semplice e veloce e per me è un vero divertimento mettere le mani in questo morbido impasto.
15/11/14
Pumpkin pudding – Budino di zucca
Anche questa volta ho voluto provare qualcosa di nuovo e di diverso e ho scelto di fare un’altra cosa dolce con la zucca. La zucca è di per se dolce se è matura a sufficienza e se ha assorbito abbastanza calore del sole mentre cresceva nei campi. Solitamente in questo periodo trovo ancora delle ottime zucche!
Non avevo mai fatto il budino home-made prima d’ora, anche se amo la sua consistenza e la sua cremosità. Per me il budino deve essere rigorosamente al cioccolato (o forse dovrei dire: doveva esserlo!), non amo il sapore della crema o dei budini alla frutta. Sono troppo dolci per me!
E allora avevo deciso: si fa il budino! Il risultato è stato un vero successo. Cremoso, dolce ma non troppo e speziato, ma il profumo e l’aroma della spezie non hanno coperto la fragranza della zucca. Mentre il budino sobbolliva piano piano sul fuoco, l’odore della zucca sgorgava dai piccoli geyser che si formavano sulla sua superficie e si dissolveva nell’aria. Questo budino è una vera delizia dal sapore delicato e di colore bellissimo!
07/11/14
Quince jelly - Gelatina di mela cotogna - Želatina od dunja
This recipe is part of the contest Kuvarigrice, our host for October 2015 is Kristina |
Nella lingua croata la mela cotogna si dice dunja, ma Dunja è anche un nome femminile, è un bel nome Dunja. Sono state scritte tante storie e canzoni sul frutto giallo e misterioso dal cuore duro. Il suo profumo ci rimanda indietro nei tempi quando la mela cotogna veniva usata per profumare le stanze da letto e i cassetti della biancheria e ci osservava dall’alto degli armadi. Tempo fa ho letto il libro di Paolo Rumiz “La cotogna di Istanbul”, la ballata narrata in versi che ci fa viaggiare nel tempo, tra una guerra e l’altra nelle terre tormentate dei Balcani del sud e racconta il sottile collegamento tra diversi popoli che si sono intrecciati nei luoghi del vecchio impero Austroungarico. E’ un libro che, con i suoi versi, esprime le emozioni del “saudade” Balcanico che l’autore ben conosce. Mi sembra che la mela cotogna rinchiude in se un poco di questa malinconia così tipica del popolo Slavo. Il frutto piano piano rilascia questa sensazione di tristezza intorno a se e la sua fragranza rimane nell’aria col passare del tempo.
Perché torniamo sempre in dietro nel tempo e più si va avanti più si fanno i salti nel passato? Anche in cucina! Ci ritornano in mente i vecchi odori, i sapori quasi dimenticati, i ricordi delle tradizioni e delle cose che non si fanno più sovente. Mi ricordo che quando ero bambina le confetture e le conserve si facevano sempre in casa. Le facevano le nonne, poi le mamme ed infine le figlie! I vasetti si riutilizzavano di anno in anno, ma i coperchi? Spesso veniva usata la carta cellofan stretta coll’elastico intorno al vasetto per fare il sottovuoto. Conservo il ricordo della dispensa nella casa della nonna materna piena di vasetti riposti in modo ordinato sulle scansie accostate al muro. Oggi è impensabile conservare qualsiasi cosa in questo modo, poco sterile, poco sicuro, ma all’epoca le conserve duravano lo stesso a lungo, erano buone e ci regalavano la frutta e la verdura durante i mesi invernali.
Prima che appassiscano le cotogne nel cesto della mia cucina, ho voluto provare a fare la gelatina. Il frutto e i semi della mela cotogna abbondano di pectina e il prodotto finito è totalmente al naturale, basta zuccherare il liquido a piacimento e farlo bollire lentamente fino a raggiungere la voluta densità della gelatina.
Perché torniamo sempre in dietro nel tempo e più si va avanti più si fanno i salti nel passato? Anche in cucina! Ci ritornano in mente i vecchi odori, i sapori quasi dimenticati, i ricordi delle tradizioni e delle cose che non si fanno più sovente. Mi ricordo che quando ero bambina le confetture e le conserve si facevano sempre in casa. Le facevano le nonne, poi le mamme ed infine le figlie! I vasetti si riutilizzavano di anno in anno, ma i coperchi? Spesso veniva usata la carta cellofan stretta coll’elastico intorno al vasetto per fare il sottovuoto. Conservo il ricordo della dispensa nella casa della nonna materna piena di vasetti riposti in modo ordinato sulle scansie accostate al muro. Oggi è impensabile conservare qualsiasi cosa in questo modo, poco sterile, poco sicuro, ma all’epoca le conserve duravano lo stesso a lungo, erano buone e ci regalavano la frutta e la verdura durante i mesi invernali.
Prima che appassiscano le cotogne nel cesto della mia cucina, ho voluto provare a fare la gelatina. Il frutto e i semi della mela cotogna abbondano di pectina e il prodotto finito è totalmente al naturale, basta zuccherare il liquido a piacimento e farlo bollire lentamente fino a raggiungere la voluta densità della gelatina.
03/11/14
Vegan pumpkin cookies – Biscotti vegani alla zucca
Ci sono giornate che partono male anche se fuori c’è il sole e l’aria non è opprimente, ma c’è qualcosa che ci disturba, qualcosa di inspiegabile e di pesante. E non conosciamo il modo di far passare questo malessere interiore. Ci blocchiamo e nemmeno le cose che ci piacciono riescono a rasserenarci. E già, sarà perché siamo a novembre, il mese che comincia con la tristezza. L‘undicesimo mese che come prima cosa, nel suo giorno numero uno onora tutti i santi. Forse è il ricordo delle persone che non ci sono più che ci trascina nella malinconia, forse… e forse per rompere il filo di sconforto di queste ricorrenze, come simbolo di queste festività nei paesi anglosassoni è stata scelta proprio l’allegra zucca.
Mi piace vedere le grandi zucche arancioni intagliate e illuminate con quell’allure macabro, ma preferisco cucinarle! La vellutata di zucca è diventata a casa mia una di quelle cose che fanno felice il palato, ma perché non proporre qualcosa di nuovo?!
Ho trovato una ricetta interessante qui e ho voluto provarla adattando un po’ la combinazione degli ingredienti e utilizzando quello che avevo nella mia dispensa. Ero un po’ incredula perché non ho mai usato la zucca per fare i biscotti e non ho mai fatto i biscotti senza le uova anche se ultimamente ho sperimentato un impasto con la zucca senza uova che funziona alla grande.
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