Al ritorno dalla Sardegna portavamo sempre a casa gli amaretti autoctoni (e non solo gli amaretti!). In questo modo il nostro viaggio si protraeva per qualche altro giorno e ad ogni nuovo assaggio immaginavo di rivedere i colori dell’isola e delle spiagge di sabbia finissima. E già, i colori dell’isola mi erano rimasti impressi nella mente dal primo momento trascorso in queste terre! Il color ocra tendente all’arancione era il primo colore che mi ha accolta all’arrivo e tutta l’atmosfera mi è sembrata subito calda e famigliare. E’ così anche il colore dell’amaretto che passa dal cuore bianco all’ocra della mandorla leggermente tostata posta in cima.
Visto che mio marito è di origine Sarda (diciamolo!) ho imparato e conosciuto tantissime cose sulla tradizione e sulla cultura Sarda e avrei deciso che è giunto il momento di lanciarmi nelle nuove imprese culinarie.
Tempo fa ho letto un interessante blog di un americano sposato con una croata che racconta le due culture e l’incontro dei due mondi (da leggere qui, è in inglese). E così anche io ora mi sento un po’ una “nuora sarda” che sforna i dolci tipici della terra adottiva (lo posso dire, vero?). Questi miscugli di sapori, odori e cibi così diversi (ma così simili) mi attraggono e mi fanno venire sempre più voglia di sperimentare, provare, fare e rifare!
Tornando all’amaretto trovo molto interessante la trasformazione della mandorla in un dolce così soffice e screpolato, ma la vera soddisfazione è guardare dal vetro del forno gli amaretti gonfiarsi e screpolarsi durante la cottura.
Sono facili da fare, ma basterà impegnarsi un po’ e credetemi, se decidete di regalarli come doni Natalizi, sorprenderete tutti e farete un figurone!
E allora…..buttatevi!!!! (e fatemi sapere com’è andata)